lunedì 2 gennaio 2017




Grazia Verasani, "Cosa sai della notte", FoxCrime/Feltrinelli, euro 13,00 

Di scoprire chi abbia ucciso Oliver, in fondo, si ha poca voglia. Se siano stati amanti traditi, attori fascinosi, cognati bastardi o strozzini spacciatori, poco importa. Quello che conta è sapere se Bruni risolverà i suoi problemi coniugali, se saprà resistere alle avances de La Civetta. Se Giorgia Cantini riuscirà a resistere al mangnetismo maligno del bello e glaciale Angelese.



Questo, soprattutto, si vuole scoprire leggendo questo noir o giallo o polar..

Un libro che surfa sul genere, facendo manovre da campionato mondiale, manco fossimo a Banzai Pipeline.
Parte noir, scende giallo, tubo: riesce polar..

La storia corre in una Bologna spenta, riflesso pallido di quella degli anni '70, immortalata nei disegni di Paz. Ma anche riflesso pallido, a sentire alcuni , di quella degli anni '90.
Forse destino di alcune città è proprio quello di essere preda dei ricordi di qualcun altro, qualcuno che lì "ha vissuto i migliori anni della propria vita" ma ora no, non più, perché "la città è cambiata, è diversa. " Bologna, per certi versi, ne è l'esempio paradigmatico.

Giorgia Cantini, detective privato, si muove di notte in questo luogo di portici chilometrici e di ricordi in bianco e nero, di avanguardie artistiche e violenze di piazza. 
Alle pagg. 41, 25,27, 45, 92, 93, 106, 120, 123, 161, 162, invenzioni, qualità della scrittura e belle immagini tra Patti Smith e Giorgio Bassani, tra Proust e Musil.

A pag. 220 la chiusa delle chiuse, quella che avresti voluto mettere in un tuo libro ma non ne hai avuto l'idea o forse ti sono semplicemente mancate le palle : 
"Pensavo che lo scopo di alcune vite è trovare qualcosa e accontentarsene, e lo scopo di altre è di cercare per sempre qualcosa che non esiste." Inquietudine..

Come quella epica e magnifica della "Heroes di Bowie.
Inquietudine, proprio questa l'essenza del noir, la descrizione di un ambiente, di una realtà, spesso attraverso il filo conduttore di un crimine, risolto o meno che sia; una discesa nei bassifondi, negli angoli meno indagati dell'esistente ( che siano le dark room, il battuage o le speculazioni immobliari di immondi-rispettabili squali-padri di famiglia), il tutto  con tratti e note che lascino un' inquietudine profonda. L'indagine, nel noir, non fa chiudere il cerchio, non rassicura, non da risposte: crea nuove domande.Tutti i personaggi della Versani, in fondo, si fanno la nostra stessa domanda: dov' è l'amore? Da De Andrè a Cher, dal poeta colto alla cantante pop, anche le canzoni se lo chiedono. Non ci forniscono risposte ma almeno ci alleviano il dolore di saperlo fugace o inconsistente. Alle volte, però, è bene agire, senza chiedere. In fondo a che serve chiedere? "Non credere (e forse anche chiedere)  o cercare, tutto è occulto"  parafrasando Pessoa. 
L'essenza del Noir
E allora conta solo la realtà. "Because tonight there are two lovers"..in una stanza d'albergo dove la carta da parati è " a righe blu e oro".Un'ultima malinconica Camel (pag.218) e poi scendo a prendermi un caffè 


Brava Verasani.



Nessun commento:

Posta un commento