lunedì 2 gennaio 2017








Giuliano Naria, Rosella Simone, "La Casa del Nulla", ed le Mielieu, euro 15,90

Vita dura quella di Giuliano Naria: in carcere per nove anni e sedici giorni; scarcerato nel 1986; assolto con formula piena dall'accusa di aver fatto parte del gruppo di fuoco brigatista che uccise il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Genova, dr. Francesco Coco,  nel 1991;  morto per un tumore alla bocca nel 1997.
Il libro scritto con Rosella Simone è bellissimo. Ricco di aneddoti, di prosa e di poesia. Esperienza in tutte le carceri italiane. Piccola guida per sopravvivere agli scontri, alle rivolte, ai soprusi. Istruzioni salva vita nell'inferno del carcere italiano negli anni '70.
Una vita breve e lunghissima, quella di Giuliano. Tanto lunga da collezionare ritratti commoventi e folli di personaggi incredibili. Leggere per credere.
Tanto breve da lasciare confusi e spaventati. Anni bruciati: carcere  a venti,  libertà a trenta, morte a cinquanta.
Ma lo spirito rimane, lo spirito vive sempre. Vive nelle bellissime parole usate da Giuliano per descrivere l'assurdità della condizione di chi è in galera. 
Il libro è impreziosito da un dizionario di termini carcerari. Un lessico cresciuto prima nelle realtà locali poi esportato  dai detenuti , con i  loro vari trasferimenti,  in tutt'Italia. Così ci si ritrova alle prese con una specie di seconda lingua italiana (carceraria), formata da termini creati per descrive cose, persone o oggetti che solo in prigione hanno loro propria dimensione e  realtà. Parole impollinate e fecondate: I tre giorni sardegnoli, pugnalare l'orologio, arricchirsi, affascinarsi, accavallarsi; la distinzione tra turisti, coatti e bravi ragazzi  è, poi , rivelatrice di un diverso sentire la costrizione forzata: " il bravo ragazzo la galera se la strappa dal cuore, si strappa il cuore con le sue mani.".. perché  "..è quello che tenta l'evasione sempre".
Un giorno il carcere non ci sarà più. Dovrà scomparire, sostituito da altre forme di presa di coscienza dell'errore commesso. Momenti di riflessione e di nuova educazione che servano realmente a comprendere lo sbaglio, a cercare di riparare al male fatto e a crescere come esseri umani. Non "parcheggi per uomini e donne" che alienano le persone, le incattiviscono e le rendono anche più pericolose. Una roba così non serve, una roba così può avere un solo nome: "La Casa del nulla".

Un giorno l'uomo sarà migliore. Visone utopica? Staremo a vedere.




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