sabato 22 novembre 2014







Chi ha ucciso Lumi Videla? Emilio Barbarani, ed Mursia, euro 19,00

Salvador Guillermo Allende Gossens vince l'elezioni politiche  in Cile il 4 settembre 1970. 
Nixon, La CIA, la ITTe Kissinger sono preoccupati per il possibile cambio di regime in senso Marxista-Cubano.
 Il Generale Schneider, Comandante in capo dell'esercito cileno, muore  il 25 ottobre 1970 dopo tre giorni di agonia per le ferite riportate in un attentato il 22 ottobre. Salta così la cd "dottrina Schneider " di non ingerenza dei militari cileni nella vita politica del paese e di rispetto della costituzione.
 Secondo la commissione Church (1975) fu l'ufficiale addetto militare degli Stati Uniti in Cile, Paul Wimert (che confermò e successivamente dichiarò: "Mi vergognavo di me stesso tanto che odiavo guardarmi allo specchio per farmi la barba") , a consegnare i mitra ai tre attentatori che lo uccisero, i "signori"  J.L.B.Cerda, D. I. Menèndez e  J. Melgoza Garay. 
Il suo successore, Generale Prats, il 27 giugno nel 1973 viene provocato con un abile manovra. In seguito alle dure polemiche che ne scaturiscono, il 22 agosto 1973 si dimette.
Due ufficiali lealisti lo seguono.
Via libera. Più nessun militare "costituzionalista" in vista. 
L'11 settembre 1973 c'è il Golpe. Muore Allende.
Il 15 settembre 1973 Prats si autoesilia (Morirà il 30 settembre 1974  a Buenos Aires, saltando in aria con la sua auto assieme a sua moglie; come morirà il 21 settembre 1976 a Washington, assieme alla sua assistente,  Orlando Letelier del Soalr, ministro della difesa del governo Allende; mentre si salverà Bernadro Leighton, democristiano e oppositore del regime, ferito gravemente il 5 ottobre 1975 a Roma).
Poche righe per tratteggiare il contesto nel quale la storia viaggia. E viaggia bene, perché Barbarani scrive in modo leggero e veloce.
E' il 1974 e il Governo Italiano (Governo Moro..)   non riconosce la Giunta di Pinochet (Bene).
L'Ambasciata d'Italia concede asilo ai rifugiati politici (Ottimo..).
L'Ambasciata d'Italia ha il più alto numero di rifugiati politici di Santiago (Eccellente!).
L'Ambasciata d'Italia tiene alto il nostro nome, il nome di tutti i cittadini di questo martoriato, sgangherato e amato paese.
Memorie ricche di aneddoti, memorie che negli ultimi capitoli prendono un ritmo serrato e avvincente. Un'accelerazione storico-spionistica in grado di incollare il lettore alla poltrona e lasciarsi dietro anche (a volte trascurabili) dettagli di cene e cenette con funzionari e avvenenti signore e signorine. Uno svelare le cose dietro le apparenze, un rompere gli specchi nel gioco degli specchi: Lumi Videla uccisa per screditare l'Italia? Per una lotta tra spie?
Non dimenticherò facilmente Sotomayor, Fontecilla, Wanda, Paula, Maruja, il colonnello K., Ramirez Montero, il Giudice Araya, il sig. Genovese, i tre "Miristi", Padre Salas , Roberto Kozak, i carabineros di guardia.
Emilio Barbarani era giovane, era un funzionario del nostro paese in Cile.
L'ambasciatore si chiamava Tomaso de Vergottini e sua moglie Anna Sofia.
Questi nomi, invece, (assieme a quello della bella, giovane e idealista Lumi Videla, vittima emblematica di quel periodo) non li dimenticherò mai; credo appartengano a quella parte del nostro paese che ancora ci permette di andare a testa alta per il mondo.
Un paese che accoglie tutti, che riesce a cogliere l'essere umano in qualsiasi creatura varchi i suoi confini, una terra che ci fa essere all'avanguardia anche se non ce ne rendiamo conto. All'avanguardia nell'amore e nel rispetto per il prossimo, ovviamente. 
Credo proprio che, un grazie da tutti noi, quei nomi, lo meritino.

mercoledì 5 novembre 2014







STILE.Posta di donna e Dente di cinghiale, Paolo Tagliaferri,ed Robin-BDV, euro 15,00


Questo libro mi ha fatto scoprire e apprezzare un genere che non conoscevo, il romanzo Noir.
Non potevo immaginare quanto studio, quanto metodo e quanta storia ci fosse dietro le discipline dei duelli e dei combattimenti con le lame. L'emozione più grande per me è stata quella di leggere un libro scritto da un caro amico, Paolo Tagliaferri, al quale auguro un grandissimo successo.
Di questo libro porto con me soprattutto: una lacrima, una frase e una descrizione.
La lacrima l'ho versata quando il sergente Prosperini, Der Wolf, libera il nemico ferito e lo riporta agli austriaci. Un commovente gesto di lealtà e di umanità all'interno dell'inferno della guerra.
La frase che non dimentico: "E' una legge di natura, la vigliaccheria si alimenta con la prepotenza, e si sfalda di fronte alla forza" con una frase descrive uno dei lati peggiori della natura umana.
La descrizione: "...come spesso accade in vecchiaia, la predisposizione d'animo aveva preso il sopravvento anche sulla fisionomia; gli aveva solcato il viso mutandone indelebilmente i tratti. Aveva una faccia cattiva" leggendola mi sono venuti in mente alcuni volti che corrispondono a questa descrizione ...
Ho vacillato parecchio nel percepire il protagonista come un "eroe" sebbene fosse un assassino: uccidere per un fine superiore è meno grave di uccidere per rozza e becera criminalità? Non vorrei mai dover rispondere a questo interrogativo.

Sabina Socco









Stile, strano nome per un assassino alle dipendenze dei Servizi italiani, che racchiude l’essenza di quell’arte mortale di cui è ultimo depositario. Un’arte sconosciuta ai più proprio perché consapevolmente mantenuta segreta e svelata solo a quei pochi adepti scelti ma che è parte  essenziale  del patrimonio marziale italiano troppo spesso snobbato e ritenuto inconsueto dall’esterofilia che  pervade il panorama delle arti da combattimento.
Stile è quindi un knife fighter formato da un anziano maestro ardito nella tradizione più intima del coltello così come praticata nei rioni di trastevere passando attraverso  i campi di battaglia della WWI fino ad approdare ai giorni nostri dove il pugnale diventa strumento di “Stato” per eliminare avversari ritenuti scomodi e pericolosi. 
In realtà la chiave di volta di questo  romanzo, è proprio quella di proporre al pubblico degli appassionati  un ritratto dettagliato dell’arte italiana del combattimento con le lame corte, attraverso una fiction noir di agile lettura. Molti i richiami storici e didattici della tradizione sapientemente inseriti nella trama così come la descrizione  delle tecniche riportate nei maggiori trattati d’arme italici e che il protagonista usa contro i suoi nemici.
Non a caso l’autore da anni si dedica alla ricerca in questo campo praticando lui stesso le “tirate”  e collaborando attivamente con il M° Cirotto della Armicar di Civitavecchia, una delle ultime sale d’armi tradizionali.
Un libro dedicato ai veri appassionati di coltello, ma  interessante anche per il neofita che troverà spunti per approfondire  un argomento affascinante e misterioso proprio della cultura marziale nostrana. 

Alessio Notari
("Armi e Tiro"."Lame d'autore")