giovedì 27 marzo 2014


Giancarlo De Cataldo Romanzo Criminale Einaudi Stile libero, euro 14,50

L'oracolo intercetta la Storia. Il dio parla per mezzo del forestiero diventato romano. A lui solo spetta dire che il Re è nudo.
Bar di borgata, ragazzi violenti. Tommaso Puzzili armato comanda. La Storia veniva già bisbigliata, le gesta conosciute. Nelle sale da bigliardo, dove il fumo di mille sigarette faceva lacrimare gli occhi, i racconti si arricchivano. La Storia circolava nelle domeniche di "Scusa Ameri.." e caffè corretti alla sambuca. 
Il magistrato trema, la trance arriva, la Storia lo possiede. Scrive sotto ipnosi. Il dio delle storie parla. Racconta tutto quello che ognuno di noi intuiva, sapeva, sospettava. Articoli di giornale, programmi tv, ma soprattutto, le storie di amici, zii, cugini, conoscenti che una volta hanno pranzato col Dandi, hanno venduto una macchina al Secco, hanno incontrato il Freddo in un bar, abitavano nel palazzo del Libanese o scrivevano "Paolo Vive" insieme al Nero a piazza Gondar. Mille rivoli, mille riccioli barocchi. La Storia non perde forza. Al contrario, ognuno aggiunge un pezzo, ognuno ne ha i diritti. La Storia cresce e si nutre di tutti quelli che la raccontano. Creatura aliena la Storia, che prende forza sulle bocche altrui. L'oracolo magistrato, legato alla sua sedia, schiuma parole che si seccano sulla carta. Riempie risme ubriaco, poi si ferma esausto. Il dio ha parlato. La Storia è agli atti. 
Andavo a Roma a cercare abiti usati in un negozio in Piazza Risorgimento. Ammiravo, per strada, pariolini in jeans a tubo, stivali Camperos, giacche a vento Ellesse e zucchetti di lana a bordo di vesponi bianchi. Idoli da imitare per conquistare compagne di classe adolescenti.
Roma potente, ricca, povera, educata e selvaggia. Tornavo al mio paese sulla costa, appena fuori la città. Al bar di famiglia, dove già aiutavo piccolo, ricevevano telefonate da uomini adulti con voci femmina, ragazzi che giocavano " a stecca". Tipi tosti bocciati in seconda media, il fisico scolpito dal lavoro nei campi o nei cantieri, il pacchetto di Marlboro arrotolato nella manica della maglietta, i jeans e gli zoccoli neri. Altri Puzzilli di provincia usi a bestemmiare, picchiare, truffare, rubare, a fare bravate e marchette. Anni dopo, uno di essi dirà  " annavamo coi froci per fasse da li sordi pe annà a mignotte". Roma d'estate li incontrava percorrendo quei 60 km e loro, per nulla intimoriti, venivano riconosciuti   suoi figli di mare. 
Prima c'era questo, poi è arrivata la Storia, "Romanzo criminale". Quando lessi il Libro non mi importava chi lo avesse scritto, nemmeno ci feci caso. Tanto perfetta la narrazione che l'autore era un ingombro. Quella era la Storia di tutti, quella che tante volte avevamo sentito.
"Chi era Lui per scriverla?" "L'ha raccontata solo grazie alle carte che si è ritrovato", "l'ha composta solo grazie agli uomini che gliel' hanno riferita", "non era così", "ha travisato i fatti","si è inventato tutto". "Tutti capaci a scrivere una cosa così". 
Per niente vero, penso io Bardamu. Stesse cose devono averle dette a o pensate su Shakespeare, Dante, Manzoni e Omero. Non vedevano la grandezza dell' autore perchè la Storia era sovrana, quasi entità "autoraccontante".
Ma è genio dell'autore non farsi scorgere. Maggiore è la bravura, minori sono le tracce di lui nella storia.
Storia che ha cambiato la letteratura. "Crime", in Italia, nasce con la Storia.
Storia che ha cambiato la realtà; potente al punto da indurre fenomeni di emulazione. Spacciatori, rapinatori, picchiatori, nuovi sdoganati eroi di Odissee coatte. Neonate bande criminali che "se vonno ri-pija Roma" e indossano magliette della omonima serie TV. Principio di indeterminazione di Heisenberg dove l'osservato muta proprio se osservato, il raccontato cambia grazie al racconto.
Con i miei pochi mezzi, il molto da ascoltare e il tanto da imparare aspetto, con ansia, che l'oracolo togato torni alla sua trance.

Nessun commento:

Posta un commento