martedì 25 marzo 2014

Colson Whitehead Zona Uno  ed. Einaudi Stile libero , euro 18.00

Scrittura perfetta, pennellata lunga ed elegante. Storia già sentita quella dei morti ritornati o dei contagiati morti, ma narrata con parole nuove e stile raffinato l'ascolteremmo sempre, come l'Iliade davanti al fuoco.
Mark Spitz, ripulitore inquieto, elimina "schel" nella speranza di ritorno alla normalità della città e della Nazione. Buffalo ordina, Manhattan smista, Mark Sptiz esegue. L'umanità riparte dalla zona sud dell'isola.
I fantasmi del " maledetto Connecticut ", il campanello del carretto dello smaltimento, la triste condizione dei "ritardatari", la chiromante, la fame dei morti e la fame della città. Un romanzo magistrale. Poesia fatta con quello che mette a disposizione la modernità, come chiamare Gualtiero Marchesi a inventare un piatto con gli avanzi della tua cucina.
Appena terminato, a occhi chiusi, vedi, come dopo aver fissato troppo il sole,  macchie colorate. A osservarle bene, però, scopri immagini dello "Stalker" e del "Solaris" di Tarkovskij. Riposto sullo scaffale, forse ripensando alla schel nel costume da gorilla, avvicini il volume ai libri di Goffredo Parise. Lo scrittore delle cose che passano. Quello de "Il prete bello", dei " Sillabari", dell'"Odore d'America", appunto.

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