martedì 12 febbraio 2019
















Santiago del Cile, 5 ottobre 1974 - Santa Marinella, 12 febbraio 2019
Questo è il mio nuovo romanzo.
E’ stato scritto con il cuore e con le lacrime agli occhi, come i precedenti. L’involucro del romanzo giallo per confezionare la narrazione di un fatto di sangue realmente accaduto. La storia, senza lieto fine, di un ragazzo che voleva una società più giusta. Nonostante il dolore che mi abbia provocato approfondirla per raccontarla, non ho perso l’ottimismo. Possiamo ricordare fatti dolorosi e mantenere, allo stesso tempo, la leggerezza. Bisogna farlo.
Un eroe del nostro tempo, Emilio Barbarani, ha scritto la prefazione al romanzo.
Io, un progressista, sarò sempre grato a Lui, un conservatore, per le vite che ha salvato a Santiago, mantenendo alto, altissimo, l’onore del nostro strano e martoriato paese.




Quarta di copertina:
Il più classico degli inizi per una storia che classica non è.
Una stazione dei carabinieri, una notte di temporale, un uomo che sembra ricordare Il proprio nome. Un mistero crescente attraverso il quale la storia di un paese martoriato come il Cile, bussa, con le sue mani insanguinate, alla porta del maresciallo Massimo Alatri, Max per gli amici e svela i retroscena di un delitto dimenticato. La ricerca, la caccia e L’uccisione da parte della DINA, la feroce polizia segreta di Pinochet, di un uomo che credeva nelle proprie idee e nella liberazione dell’umanità. Un fatto di sangue epico, dove cacciatore e preda, per uno scherzo del destino, portano lo stesso nome: Miguel. Con una narrazione drammatica e serrata, fatta di salti temporali e sequenze cinematografiche, Tagliaferri assolve quello che per Derek Raymond, il maestro inglese del noir, è uno dei compitiprincipali dello scrittore: “ misurare ciò che è stato dimenticato”. 
Il racconto porta la prefazione di Emilio Barbarani, Segretario di Legazione presso l’Ambasciata italiana di Santiago del Cile al momento dei fatti attinenti “Io mi chiamo Miguel”, che lo stesso ha raccontato nel suo bellissimo libro Chi ha ucciso Lumi Videla (Mursia, 2012). Barbarani, successivamente, è stato Ambasciatore italiano presso la stessa Ambasciata. 
Corredano e integrano il romanzo, tanto da potersi considerare due precedenti capitoli dello stesso, i racconti Al Amara e La linea; in essi il protagonista, Max Alatri, muove i suoi primi passi tra assassini, criminalità organizzata e colletti bianchi. Alla ricerca della sua personale idea di giustizia, inscindibile da quella, troppo spesso relativa, di verità.

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