Blade Runner 2049 ( 2017) regia Di D. Villeneuve
Esiste un film, un film di genere,
si chiama Blade Runner , trasposizione del romanzo di Philip Dick “Do Androids Dream of Electric Sheeps? ?”(
romanzo, per la verità, dalla scrittura non esaltante)
Regia perfetta (Ridley Scott), sceneggiatura perfetta (Hampton Fancher,
David Peoples). Colonna sonora da urlo (Vangelis). Scenografie da vertigine (Hampton
Fancher, David Peoples). Fotografia idem (Jordan Cronenweth). Azzeccate atmosfere
noir e retrò .Il poliziotto Deckard elimina replicanti, copie di uomini con
vita a tempo utilizzati per i lavori più duri da effettuarsi in colonie extra
mondo, dove l’uomo è andato a vivere perché la terra è inquinata.
Una storia semplice. Una storia di genere. La storia di un cacciatore
spaventato, insicuro, fragile, insomma un essere umano, e dei suoi cacciati: spaventati, insicuri un
po’ meno fragili, insomma, esseri umani anche
loro o forse no, ”replicanti “ eppure così umani, “più umani dell’umano”, come
il motto della Tyrrel corporation che li fabbrica.
Harrison Ford è l’archetipo di tutti i poliziotti o detective loosers
della storia della letteratura. Strano che Ridley Scott non abbia scelto la
faccia da fesso di Elliot Gould della versione
Altmaniana de “Il lungo addio”, romanzo
capolavoro di Raymond Chandler, quel Raymond Chandler che, superando il
suo maestro Dashiell Hammett, ha indebolito, perfezionandolo, il troppo vincente Sam Spade, creando Philip
Marlowe:simpatico, fragile e perdente.
Blade Runner porta questo con sé. Ma lo fa con leggerezza e con rapidità,
due delle cinque lezioni americane di Italo Calvino(“il discorrere è come il
correre e non come il portare” ..citando Galilei).Un perfetto ,equilibrato,
romantico, struggente film di genere,
divenuto cult negli anni.
Certo Carrère, nella bella biografia dello scrittore di fantascienza ( “io sono
vivo, voi siete morti” ed. Adelphi) ci
avverte che Dick conosceva il test di Turing e che il test fatto per i
replicanti è stato teorizzato proprio da lui ( lo scienziato inglese morto suicida che
inventò il codice per decrittare i messaggi della marina tedesca). Altra
gemma a impreziosire una pellicola già di per se tesoro, come il Chinatown di
Polansky o I tre giorni del condor di Pollack
o il maratoneta di Schlesinger
o il cacciatore di Cimino o Shining di Kubrick,
splendidi, geniali , semplici e affascinanti film di genere. Uno di quelli
così ben fatti ( sceneggiatura, regia)
che da qualsiasi punto inizi a vederlo non puoi più smettere. Segno inequivocabile del
capolavoro, di genere, ma pur sempre capolavoro.
E allora Blade Runner 2049?
Goslin, che in vita sua ha già avuto la fortuna di finire in un film
destinato a diventare cult, quello splendido Drive di Refn ( la scena in
cui entra nel locale con giubbotto bianco con scorpione ricamato, armato di
martello è ormai storia del cinema) è un
nuovo cacciatore di androidi. La falsa pista che intuiamo a circa trenta minuti
dall’inizio rischia di farci rilassare e il pathos, che dovrebbe montare, non
monta.
Scenografie, montaggio fotografia, effetti speciali tutto strepitoso ma non basta. Blade Runner aveva il ritmo e la struttura del noir, o anche
della detective story, il sequel non ce l’ha. Come se il pur bravissimo Denis Villneuve ( “la donna
che canta”, “Sicario”..) si fosse
vergognato di fare un film “solamente“di genere e avesse, invece,
cercato di partire proprio da
quegli spunti filosofici, etici e
morali che aveva il primo e ai quali, per la verità, altri si sono aggiunti
nel tempo ( spesso attribuiti a forza da intellettuali con la puzza sotto il
naso, nello sforzo di nobilitare, all’occhio interno della loro coscienza,
quello che consideravano solo un film di genere, nella speranza di potersene
vergognare di meno) .
Chi ( soprattutto tra i maschietti )
si è più potuto lavare il viso dopo una giornata di lavoro senza pensare
a Deckard di fronte allo specchio che si lava il sangue dalla bocca, dopo le
botte prese ? Dopo quel film nessuno si
è più potuto pitturare gli occhi con lo spray nero senza emulare la Daryl Hannah
bambola replicante. E la frase « Io ne ho viste cose che voi umani non
potreste immaginarvi.. » pronunciata da
Roy Batty / Rutger Hauer è semplicemente leggenda; insomma, tutti i segni del Cult movie.
Blade Runner 2049 non lo diventerà, ma magari mi sbaglio. Il mio
giudizio conta poco.
Esiste un film, un film di genere,
si chiama Blade Runner . Colonna sonora perfetta. Scenografie perfette. attori
perfetti, dialoghi perfetti , insomma un cult.
« I've seen things you people wouldn't believe,
attack ships on fire off the shoulder of Orion,
I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gates.
All those moments will be lost in time,
like tears in rain.
Time to die. »
attack ships on fire off the shoulder of Orion,
I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gates.
All those moments will be lost in time,
like tears in rain.
Time to die. »
(Rutger Hauer/Roy Batty)
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