mercoledì 15 novembre 2017












Marcelo Figueras, Kamchatka, ed. L'asino d'oro,  euro 14,00

Un territorio  immaginario, un territorio reale, Kamchatka. 

" Quelli che si vantano di vivere solo il presente mi fanno un po' pena, come quelli che entrano al cinema a film già iniziato o bevono solo Coca light: si perdono il meglio"

Le prime pagine del romanzo sono belle e struggenti come le ultime.."Papà si china e mi dice all'orecchio la parola dell'addio." 
Ricordare una generazione trucidata attraverso il racconto di un bimbo. Il "Processo di riorganizzazione nazionale 1976-1983" ovvero amori, ricordi, emozioni, speranze gettati da un aereo sul Rio de la Plata.
Nel mio viaggio tra Buenos Aires e Santiago ho portato la narrazione di Marcelo Figueras, dal mio viaggio tra Argentina e Cile porto ricordi impastati con la materia di questo splendido romanzo.

La meraviglia nel leggere che la storia starebbe accadendo tutta al tempo stesso... o che l'amore è l'unica cosa reale, il faro, il resto è oscurità, perché a  quasi cinquant'anni ci sei  arrivato o l'hai cominciato a intuire.

Alla Feria de San Telmo o in Plaza de Mayo,  a El Calafate o a Ushuaia, tra le case del Caminito  e i silenzi di Recoleta tutto accade nello stesso momento. 
Come in un racconto di Cortazar, mi fermo a a memorizzare le istruzioni per sognare. Le stelle della Patagonia, i volti di una generazione scomparsa.. allora ti giri, la baci e sai che l'amore è l'unica cosa reale.

Un territorio dove resistere e sperare..e amare.

Kamchatka..







mercoledì 1 novembre 2017




















Il codice dello scorpione, Arturo Pérez-Reverte, Rizzoli, euro 20,00

Nella Spagna del 1936, quella della guerra civile, quella di “Cara al Sol” o “El novio della muerte” o de “A las barricadas”, c’è  una spia violenta, machista, amorale, adoratrice delle donne, dei bei vestiti e delle scarpe di vernice, si chiama Lorenzo Falcò. E’ un ex trafficante di armi e avventuriero per passione che prende ordini solo dal suo capo,  l'Ammiraglio (soprannominato il cinghiale) , ufficiale al vertice dello spionaggio Franchista, lo SNIO.
Molto Corto Maltese, ma forse anche un po’ Che Guevara e, perché no?, anche un pizzico Ettore Muti, Falcò si muove, senza convinzioni politiche, tra opposte fazioni che si scontrano nella penisola Iberica e che si stanno per scontrare a livello mondiale.
Gente che si spara addosso  e si ammazza in prima linea.
Ma anche gente che indossa divise a trecento chilometri dal fronte solo per accreditarsi come eroe.
Falcò è eroe scomodo. Lotta dalla parte dei “cattivi” ma Reverte, in un intervista, avverte: "C'e' un nuovo sguardo sulla guerra civile spagnola, molto manicheo. Una guerra di militari cattivi contro il popolo buono, ma gli scontri civili sono più complessi e non c'e' bisogno di spiegarlo a un italiano"
Giusto.
Pérez-Reverte, è stato per 21 anni reporter di guerra e dice “ io non voglio migliorare il mondo”… “Il mondo va migliorato a scuola, nelle famiglie. Mi interessa come cittadino, non come romanziere.”

Giusto. E allora godiamoci le vicende di Falcò che non sono finite qui.
Noi rimaniamo ancora con la nostra complessità storica. Con la nostra polvere sotto il tappeto. Con i caduti buoni solo da una parte. Non penso che tutti i caduti della Repubblica Sociale Italiana fossero fanatici aguzzini. Non tutti i partigiani, eroi.
Per anni ho sentito gente che parlava di “El novio del muerte” come canzone di esaltati cantata dai franchisti, “Sposo  della morte” come di chi ami morire, esaltato, appunto. Poi ho letto il testo e mi è sembrata tutt’altra storia, la storia di chi va a morire per raggiungere la sua bella..ma forse mi sbaglio.
Non ho bisogno di demonizzare gli altri per sapere chi sono. Ragioniamo e cerchiamo, nei limiti, di costruire una storia comune.

“Por ir a tu lado a verte
mi más leal compañera,
me hice novio de la muerte,
la estreché con lazo fuerte
y su amor fue mi ¡Bandera!”














Intrigo Italiano , Carlo Lucarelli, Einaudi stile libero euro 17,00


Il commissario De Luca. Quanto tempo è passato? Tanto.
Lo abbiamo lasciato nel 1948,lo ritroviamo cinque anni dopo. Nel frattempo  la mia vita ( la nostra)  è cambiata, sono passati venti anni.  Uffici riservati, servizi, giochi sporchi, la guerra fredda, il Jazz.

Ti  ho voluto bene, De Luca. Ma ho voluto bene anche al tuo mal di pancia, al brigadiere Pugliese, alla cartomante Valeria.
Ero più ingenuo, eri più ingenuo. Bentornato. Un po’ stanco, forse, ma sempre in gamba. 




















Don Winslow Corruzione, Einaudi Stile libero,  euro 21

Il Don torna. Questa volta con Denny Malone. Re della Da Force, la Manhattan North Special Force. Unità formata dai poliziotti più intelligenti, più duri, più rapidi,  più decisi,  più cattivi. Una tempesta predatoria che toglieva di mezzo i predatori . Padre padrone, saggio e violento, spietato e duro. Poliziotto  in cammino verso il suo viaggio di giustizia  seguendo la Sua stella polare. Si è concesso solo qualche grado di deviazione lungo il percorso. Qualche grado di troppo. Ormai nemmeno lui sa più dove sia diretto.
Affresco potente. Ritmo del Don. Lingua del Don. Insomma,  il Don al meglio!
Nel panorama attuale una delle migliori voci crime. Non è solo la sua lingua ad essere cool ma tutta la struttura del romanzo, i personaggi, l’ambientazione.
Don Winslow seduce, ammalia e non vorresti smettere mai di leggerlo.
Il Don degli ultimi romanzi,intendo,  perché forse i primi hanno un’altra struttura, un altro ritmo.


W (sempre) il Don!!!

venerdì 27 ottobre 2017
















Blade Runner 2049 ( 2017)  regia Di D. Villeneuve



Esiste un film,  un film di genere, si chiama Blade Runner , trasposizione del romanzo di Philip Dick  “Do Androids Dream of Electric Sheeps? ?”( romanzo, per la verità, dalla scrittura non esaltante)
Regia perfetta (Ridley Scott), sceneggiatura perfetta (Hampton Fancher, David Peoples). Colonna sonora da urlo (Vangelis). Scenografie da vertigine (Hampton Fancher, David Peoples). Fotografia idem (Jordan Cronenweth). Azzeccate atmosfere noir e retrò .Il poliziotto Deckard elimina replicanti, copie di uomini con vita a tempo utilizzati per i lavori più duri da effettuarsi in colonie extra mondo, dove l’uomo è andato a vivere perché la terra è inquinata.
Una storia semplice. Una storia di genere. La storia di un cacciatore spaventato, insicuro, fragile, insomma un essere umano,  e dei suoi cacciati: spaventati, insicuri un po’ meno fragili, insomma, esseri umani  anche loro o forse no, ”replicanti “ eppure così umani, “più umani dell’umano”, come il motto della Tyrrel corporation che li fabbrica.
Harrison Ford è l’archetipo di tutti i poliziotti o detective loosers della storia della letteratura. Strano che Ridley Scott non abbia scelto la faccia da fesso di Elliot Gould della versione  Altmaniana  de “Il lungo addio”, romanzo capolavoro di Raymond Chandler, quel Raymond Chandler  che, superando il suo maestro Dashiell Hammett, ha indebolito, perfezionandolo, il troppo vincente Sam Spade,   creando Philip Marlowe:simpatico, fragile e  perdente.
Blade Runner porta questo con sé. Ma lo fa con leggerezza e con rapidità, due delle cinque lezioni americane di Italo Calvino(“il discorrere è come il correre e non come il portare” ..citando Galilei).Un perfetto ,equilibrato, romantico, struggente  film di genere, divenuto cult negli anni.
Certo Carrère, nella bella biografia  dello scrittore di fantascienza ( “io sono vivo, voi siete morti” ed. Adelphi)  ci avverte che Dick conosceva il test di Turing e che il test fatto per i replicanti è stato teorizzato proprio da lui ( lo scienziato inglese morto  suicida che  inventò il codice per decrittare i messaggi della marina tedesca). Altra gemma a impreziosire una pellicola già di per se tesoro, come il Chinatown di Polansky o I tre giorni del condor di  Pollack o il maratoneta di Schlesinger o il cacciatore di Cimino o Shining di Kubrick,  splendidi, geniali , semplici e  affascinanti film di genere. Uno di quelli così ben fatti ( sceneggiatura, regia)  che da qualsiasi punto inizi a vederlo non  puoi più smettere. Segno inequivocabile del capolavoro, di genere, ma pur sempre capolavoro.
E allora Blade Runner 2049?
Goslin, che in vita sua ha già avuto la fortuna di finire in un film destinato a diventare  cult,  quello splendido Drive di Refn ( la scena in cui entra nel locale con giubbotto bianco con scorpione ricamato, armato di martello è ormai storia del cinema)  è un nuovo cacciatore di androidi. La falsa pista che intuiamo a circa trenta minuti dall’inizio rischia di farci rilassare e il pathos, che dovrebbe montare, non monta.
Scenografie,  montaggio   fotografia, effetti speciali   tutto strepitoso ma non basta. Blade Runner aveva  il ritmo e la struttura del noir, o anche della detective story, il sequel non ce l’ha. Come se  il pur bravissimo Denis Villneuve ( “la donna che canta”,  “Sicario”..) si fosse  vergognato di fare un film “solamente“di genere e avesse, invece, cercato di partire proprio da  quegli  spunti filosofici, etici e morali  che aveva il primo  e ai quali, per la verità, altri si sono aggiunti nel tempo ( spesso attribuiti a forza da intellettuali con la puzza sotto il naso, nello sforzo di nobilitare, all’occhio interno della loro coscienza, quello che consideravano solo un film di genere, nella speranza di potersene vergognare di meno) .
Chi ( soprattutto tra i maschietti )  si è più potuto lavare il viso dopo una giornata di lavoro senza pensare a Deckard di fronte allo specchio che si lava il sangue dalla bocca, dopo le botte prese ? Dopo quel film  nessuno si è più potuto pitturare gli occhi con lo spray nero senza emulare la Daryl Hannah bambola replicante. E la frase « Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.. » pronunciata da
Roy Batty / Rutger  Hauer  è semplicemente leggenda;  insomma, tutti i segni del Cult movie.
Blade Runner  2049 non lo  diventerà, ma magari mi sbaglio. Il mio giudizio conta poco.
Esiste un film,  un film di genere, si chiama Blade Runner . Colonna sonora perfetta. Scenografie perfette. attori perfetti, dialoghi perfetti , insomma un cult.

« I've seen things you people wouldn't believe,
attack ships on fire off the shoulder of Orion,
I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gates.
All those moments will be lost in time,
like tears in rain.
Time to die. »
(Rutger Hauer/Roy Batty)