lunedì 29 dicembre 2014




L'ombra di quel che eravamo, La sombra de lo que fuimos,  Luis Sepulveda, TEA euro 8,00

Storia di ombre, quella del Cile.
Ombra nera di Condor, di elicotteri Puma in volo radente.
L'ombra esemplare di Letelier e della sua collega, l'ombra poetica di Jara, di Toha', di padre Jarlan del quartiere la Victoria.
Le dolorose ombre  di Nattino, Parada e Guerrero, poveri martiri decapitati.
Quelle di Ramirez e di Soria. 
L'ombra combattente del Segretario Generale del MIR, Miguel Enriquez.
Le ombre e i sospetti sulle morti di Pablo Neruda e Frei Montalva.
Le ombre leali del Gen. Renè Schneider, del comandate Araya, del Gen. Carlos Prats e di sua moglie, del Gen. Alberto Bachelet.

Ombre particolari sull' agguato al Col. Roger Vergara, al Serg. Espinoza e sull'uccisione dell'ex ministro Zujovic.
Ombre inquietanti sull'incidente occorso al Gen. Oscar Bonilla, uomo di scrupoli e di visione sociale, caduto con il suo elicottero. Ombre sinistre sulla successiva morte dei tecnici francesi mandati, in elicottero, a indagare proprio dalla ditta che quell' elicottero aveva costruito. I diplomatici d'oltralpe  rabbrividirono.
Ombre così lunghe da lambire, forse, Olof Palme.

L'oscuro malessere che stroncò il Gen. Augusto Lutz.
L'ombra buona del soldato Carlos Carrascosa, ucciso a Villa Grimaldi perché  tenero con i "detenuti".
L'ombra resistente di Bernardo Leigthon, ferito a Roma assieme alla moglie.
L'ombra cara di Patricia Verdugo che tanto indago' sulla morte del padre, l'ingegnere democristiano Sergio Verdugo, ucciso in Calle Dieciocho, 229 con la tortura del Submarino.

Nel bel libro di Sepulveda l'ombra, invece, è Pedro Nolasco. Militante arcaico e indomito. Uscito indenne da mille scontri e battaglie.
Un 'ultima azione. Uno sviluppo impredevibile. Il caso, la sfortuna o la fortuna?
Sopapillas pasadas, navegados, gli errori del passato: disastrose occupazioni di fabbriche, sogno utopico, diventato incubo, del terribile "socialismo reale" romeno; pioggia, ispettori di polizia onesti, dollari dimenticati, dollari esportati e una nostalgica, struggente Santiago sullo sfondo.
"Non fidarti mai della memoria perché è sempre dalla nostra parte: abbellisce le cose atroci, addolcisce quelle amare, fa luce là dove c'erano solo ombre".
Storia di ombre, quella del Cile. Sono passati quarantuno anni o quarantuno minuti?






mercoledì 10 dicembre 2014



Ritratto di gruppo con assenza, Luis Sepulveda TEA, Euro 8,00

Piccole storie per cercare di attraversare questi tempi senza perdere la memoria.
Fioche luci nelle strade nebbiose del Cile moderno. Rapide note per noi tutti, qui, alla periferia dell'Impero.
Tornare e ritrovare spazi vuoti nelle foto.Tornare e scoprire che l'assenza di memoria brucia più del dolore inflitto. 
Martedì, 11 settembre 1973, il giorno in cui qualcuno decise che il popolo Cileno non poteva scegliere, liberamente, la forma del suo governo. 
Morì il presidente nel suo palazzo. Morirono giovani e morirono vecchi, uccisero comunisti e generali, ammazzarono socialisti e poeti, eliminarono democratici cristiani e preti.
Dura lezione fu il Cile.
Il New York Times, dopo il discorso di Kissinger del 16 settembre 1970,  aveva scritto di  "Spaghetti italiani in salsa Cilena".
Da noi, qualcuno non capì quanto fosse vicino, il Cile.
Giovedì, 16 marzo 1978, molti lo scoprirono ricontrollando sulla cartina geografica.

lunedì 1 dicembre 2014



"Pioggia al neon" James Lee Burke ed. Meridiano Zero euro 8,90 


Primi passi del nostro Dave, ancora poliziotto a New Orleans, assieme a Clete Purcel.
Magnifiche descrizioni di paesaggi; fiori, colori, profumi, albe e tramonti.
Il Sud è in lui. Sud di tutto il continente Americano ( sud e centro America): Colombia, Nicaragua e le sporche vicende politiche che conoscemmo qualche anno fa, comprese.
Lettura di noir serio, impegnato. Incubi di alcolismi ricorrenti, di nazionalismi imbarazzanti. L'America inconsueta, più umana, più alla portata, ha i visi di Robicheaux e di Purcel, gli stessi che ci accompagnano in questo viaggio sporco tra le contraddizioni possenti di questo grande, grandissimo paese.
Un paese mito che ha pervaso le nostre coscienze, ha contaminato i nostri sogni, a volte amplificandoli e rendendoli più belli, a volte mutandoli in incubi, come nel 1963, nel 1973 o nel 1976.
Ma l'America che amiamo è quella di Dave e Clete, del loro Sud interno e interiore. Del loro essere terroni cajun, cacciati dal Canada dagli inglesi e obbligati a vivere nelle paludi, sperando nella loro naturale decimazione.
Ma il terrone, si sa, è tosto, il redneck invincibile. 
Il cajun mangia ostriche, beve birra e poi ti invita ballare in mezzo agli alligatori, alla malaria e alle zanzare.

In Dixie Land I'll take my stand, to live and die in Dixie

Que viva Dave Robicheaux!  

Que viva  Cletus Purcel!