giovedì 2 giugno 2016



Joe R .Lansdale, La notte del Drive - in, ed. Einaudi Stile libero, euro 11,90 

Una favoletta sulla provincia americana. Un gruppo di ragazzi in cerca di divertimento a basso costo. Forzati dei b-movies che affrontano la Grande Nottata dell'Horror. Questa volta, però, saranno loro i protagonisti.

Divertente quanto basta, dissacrante quanto basta.
Una lettura piacevole.

(Diciamo che Hap e Leonard non si battono!!!)








Bobby Sands, Un giorno della mia vita, ed. Feltrinelli euro 8,00




Gli ultimi giorni di vita di Bobby Sands. Militante dell'Ira nato nel 1954 e morto nel 1981, nel carcere di Long Kesh, blocchi H. 
Dopo 66 giorni di sciopero della fame, Sands  abbandona la vita ma non la sua lotta..
"Non mi stroncheranno perchè il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese sono nel mio cuore.Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna."



Tanti anni fa uscì un commento poco lusinghiero della Thatcher su Andreotti. 
Spesso gli anglosassoni salgono in cattedra per giudicare noi latini. 
Spesso pensiamo, addirittura, che abbiano ragione.
Dico la Thatcher...quella che si alleò con Pinochet per avere l'appoggio dei radar cileni nella guerra delle Falkland-Malvinas contro la dittatura d'Argentina. 
Dico Pinochet...quello di Pisagua, di Londres 38, di Villa Grimaldi; quello che mandò agenti della DINA a fotografare le condizioni di campi di prigionia inglesi in Irlanda del Nord. Voleva contrastare le accuse di violazioni di diritti umani al suo regime, attaccando proprio Londra all'epoca del governo laburista.


Che roba la storia, eh!?
Chi ne paga le conseguenze è Sands.

Una storia triste ma che va conosciuta...la scrisse il ragazzo Bobby, condannato a quattordici anni di detenzione, utilizzando pezzetti di carta igienica e un refill di penna biro, in una cella del carcere dove era detenuto, ormai, da quattro anni e mezzo.

"Un giorno della mia vita"...  già il titolo commuove..

Riposa in pace, Bobby.





mercoledì 1 giugno 2016








John Williams, Stoner, ed. Fazi



Non sono un addetto ai lavori. Leggo storie e cerco di raccontare storie. 
Questo piccolo blog doveva essere per il racconto di genere, giallo, noir, crime. Ma, già da molto tempo, mi sono reso conto che, per esempio, le prime pagine di  "La vuoi vedere una cosa " di Raymond Carver, sono pura scrittura noir o meglio, scrittura coinvolgente, drammatica, trascinante. 

(Non tocchiamo, poi, "Delitto e castigo", libro senza tempo e qualificazione di genere perchè capolavoro assoluto)

Non serve il morto, serve il cervello, il talento, il cuore. 
Cito Carver il cui editor fu Gordon Lish; in "Stoner" il suo migliore amico si chiama Gordon Finch..sarò un caso?

"Stoner" è semplicemente uno dei migliori romanzi che mi sia capitato di leggere in questi anni. La storia di un uomo che si emancipa dalla campagna abbracciando la letteratura inglese. La descrizione del mancato rientro a casa di William Stoner al termine del previsto corso di agraria  è straziante: "Tuo padre e io siamo venuti per vederti laureato"..."Se pensi di dover stare qui a studiare i tuoi libri, allora è questo che devi fare. Tua madre e io ce la caveremo".

La storia di un uomo che diviene professore, che perde un amico in guerra, che acquista un nemico sul lavoro, che sposa una donna che lo odia, che "perde" una figlia per inevitabile trascuratezza. La storia di un uomo che ama una studentessa, l'insegnamento e la vita.


La storia di un uomo che odia la guerra.

La scrittura di Williams è cristallina, delicata, pudica. Come Carver spesso non dice e il non detto fa un rumore assordante. Williams, però, si ferma un momento prima di Carver: per cui c'è ancora più non detto. Un non detto così elegante e pulito da lasciare estasiati.

La pagine nelle quali il professor Lomax interroga il suo protetto Walker e Stoner si impunta (Stoner, vicino a Stone = pietra; sarà un caso?) sono stratosferiche. La drammaticità allo stato puro..non servono rapine o omicidi, basta una semplice interrogazione per incollare il tuo libro alle dita e sbatterti su una poltrona sino alla fine. Questo è "Stoner". Conosco qualcuno che lo ha trovato noioso. Posso comprendere. Siamo diversi e abbiamo gusti diversi. La letteratura è un piacere. ( "imparare è un grandissimo piacere" si legge nella Poetica di Aristotele). Se non mi piaceranno alcuni romanzi che leggerò, non vorrò certo essere giudicato. Forse, ne troverò addirittura qualcuno noioso. Ma Stoner no. Stoner è magnifico.



"Cosa ti aspettavi?, pensò."


(Ringrazio i miei amici librai Sergio ed Elena per avermelo consigliato. Elena, poi, me lo ha addirittura regalato. Grazie Elena.)