domenica 22 novembre 2015


"Bad Chili", Joe R. Lansdale , Ed. One, euro 5,00


Il solo episodio dello scoiattolo rabbioso che morde il braccio di Hap varrebbe l'intero romanzo.
Solo da imparare dai dialoghi strepitosi e dall'umorismo graffiante dei nostri due improbabili detective.
Solo da prendere dalla leggerezza ruvida della scrittura di Lansdale.
Solo da memorizzare i meccanismi  che regolano le battute fulminanti di questo romanzo.
Jim Bob Luke accompagna, per un tratto, i nostri eroi in un viaggio attraverso il Texas dei disperati, dei ricchi, dei potenti.
L'ennesimo in un'America ancora selvaggia e violenta, nemmeno sfiorata dalla modernità.
Eroi non convenzionali per una ricerca su un mondo al contrario.
Chiedere di più? No.
           
         W
 Hap e Leonard !

domenica 15 novembre 2015


"La notte di Roma", G. De Cataldo, C Bonini , Einaudi, euro 19,50


De Cataldo e Bonini in versione Stieg Larsson.
Una trama fitta, ricca di giornalisti corrotti, politici a libro paga, politici arrivisti, politici onesti.
Sindaci presuntuosi, osti indebitati, boss indecisi. Uomini nati criminali, uomini divenuti criminali e uomini che vorrebbero tanto essere dei criminali. Sebastiano regna mentre il Samurai legge i classici in carcere.
La notte di Roma è la notte della Nazione. La notte della ragione.

Sembra quasi che quello che accade in superficie sia nulla. 
La vita vera è sotto!
Sotto ci sono la droga, gli appalti, la prostituzione, l'usura, gli appetiti veri del popolo della Suburra e dei patrizi del Palatino.
Quello che si vede è solo etichetta, forma, fuffa.
Il togato e il giornalista provano ad anticipare il futuro.
Usano una lingua scintillante, ammaliante mai banale. Parole scelte con cura e parsimonia.
Motti, insegnamenti, modi di dire come: "Non si governa con l'innocenza", "A brigante, brigante e mezzo ".
La grande lezione di Roma, la grande smania di Roma, la grande fame di Roma.

Il sonno ( oppure il sogno) della ragione.. (e di Roma)  genera mostri.
Uno di questi lo conosciamo, forse lo eviteremo, forse, addirittura,  lo abbiamo già evitato. Ma gli altri?
Quelli che arrivano da zone martoriate del pianeta, che ricevono protezioni insospettabili, appoggi immondi,  guardando a cosa è successo a Parigi, riusciremo a evitarli?

Speriamo.















"Terrorismo occidentale", Noam Chomsky con Andre Vltchek, Ed. Ponte alle Grazie, euro 16,00

Copertina brutta di questi tempi. Impatto  forte. Ma l'impatto fa riflettere.


Due errori che possono farsi con Chomsky:
1) ignorarlo; 
2) idolatrarlo.

Lessi  "Lezioni di Potere",  "11 settembre - le ragioni di chi?",  "Dopo l'11 settembre - potere e terrore",  "Pirati e imperatori",   "La fabbrica del consenso". Ora finisco questo libro proprio in questi giorni.

Mi ero ripromesso di recensire solo noir o gialli ma la realtà scombina anche le scelte più decise.

Che dire? L'analisi storica e geopolitica del grande linguista è lucida e spietata. Il mondo bipolare è finito. Vari attori si affacciano sulla scena e questa volta non sono poveri.
L'occidente ha i suoi errori e orrori. 

L'Iran e la sua rivoluzione? 
Provate a vedere chi rovesciò il primo ministro nazionalista Mossadeq nel 1953. 

Instabilità Africana? 

Nel 1961 chi assassinò Parice Lumunba in Congo?
Nel 1995 chi uccise Ken saro- Wiwa in Nigeria?
Nel 1977  chi uccise Stephen Biko?

Dittature sud e centro americane?

Nel 1964 chi organizzò il colpo di stato in Brasile?
Nel 1973 chi appoggiò il golpe in Cile?
Nel 2002 chi organizzò il fallito colpo di stato in Venezuela?
Nel 2004 chi appoggiò il golpe ad Haiti?
Nel 2009 chi appoggiò il golpe in Honduras?
E Nicaragua, Salvador, Guatemala, Panama?
..Qual è l'unico stato al mondo a essere stato condannato dalla Corte Internazionale di Giustizia per "Terrorismo Internazionale"? 

Caos in Oriente?

Nel 1965 chi organizzò la mattanza Indonesiana e la sostituzione di Sukarno con Suharto?

Nel 1975 chi appoggiò l'invasione Indonesiana a Timor est?

Caos in occidente? 
Nel 1967-1974 Chi appoggiò i colonnelli in Grecia ?

Chi finanzia Al Qaida? 
Chi era Bin Laden?
Chi appoggia l'ISIS? 

Non sono uno di quelli che dice "noi occidentali ce lo meritiamo" oppure "è colpa nostra" o  "dietro i terroristi in realtà c'è..o ci sono....". 
No. Ma non ignoro certo Chomsky o mi accontento delle versioni precotte dei nostri media.

Avendo evitato il primo errore, evito anche il secondo.

Non pongo Chomsky  a livello di un oracolo ma lo leggo, lo studio, prendo appunti, cerco riscontri, leggo anche testi più canonici per bilanciarlo.

I valori dell'occidente mi stanno a cuore. 
Nascono ad Atene e a Roma.
Sono occidentale, amo la democrazia, la libertà e il rispetto di leggi giuste.
Depreco il terrorismo e non lo giustifico, mai, nemmeno con analisi politiche o storiche. Però, vorrei anche sapere se qualcuno, con la scusa di difendere questi valori, va in giro per il mondo a fare casini che poi ci si ritorcono contro.

Mettiamola così: leggere Chomsky aiuta a scoprirlo.

Grazie.



lunedì 2 novembre 2015


SUBURRA, C.Bonini, G.De Cataldo, Einaudi , Stile Libero Big, euro 19,50

La realtà è che De Cataldo ( assieme a  Bonini), più di tutti, conosce la città. Ne riconosce le puzze, i profumi, le ricchezze, le miserie. Come uno stregone cieco, che abbia affinato altri sensi, capta i movimenti del mondo di sotto; anticipa inchieste e fatti di cronaca. 
Perché togato e conosce le carte?
No. 
La sua abilità è sciamanica. Una Pizia del dio Apollo.
Mangia la città e la vomita, interpretandone i succhi, come un Aruspice.
Non c'è più verso di staccare gli occhi dal romanzo, una volta iniziato.
Realtà e finzione, finzione e realtà.
In tv, in un talk show, lui e l'avvocato del cecato (o era del samurai o invece del nero ?) a parlare di Roma vera e di Roma inventata. 
Ma è inutile. E' sul piano del romanzo, dell'immaginato che si gioca la battaglia.
L'immaginato più potente del reale, l'immaginato è raccontabile, il reale no. Nessun lettore di noir crederebbe alla storia di un sindaco costretto a dimettersi per un paio di cene. Io appunterei sul libro "passaggio poco credibile."

Il togato e il giornalista  scrivono un romanzo sociale il cui filo conduttore è il crimine. Perché il crimine prende, attira, affascina. 
De Cataldo e Bonini giocano con la leggerezza dei narratori visivi americani. 
Come in una puntata dei Soprano, Roma è svelata. Le antropologie definite, i quartieri diseganti. Qui comandano questi, lì comandano questi altri.
Secondo capitolo e ideale prosecuzione di "Romanzo criminale", laddove, forse, "Nelle mani giuste" "non era andato a dama", per dirla con le parole del samurai (che sia o non sia "il cecato" poco importa).

De Cataldo e Bonini conoscono la formula chimica della città (quella attuale), come Sallustio la conosceva scrivendo di Catilina o Tacito scrivendo di Galba. Tutti, al loro tempo, la conoscono. Ma Roma cambia sempre ( e non cambia mai).
Unica tra le città del mondo a essere rimasta grande, attraversando duemila anni. Storia stratificata nei suoi selciati consolari, nelle facciate barocche, nei suoi vicoli papalini, tra le geometrie razionaliste dell'Eur e del Foro Italico.

"Vedo la gente che parte, che viaggia, ma dico: dove dovete andare? State a Roma! Ma perché ve dovete spostà?" Alberto Sordi più o meno così motteggiava (a torto: in un vago sapore provinciale per non ritenere il mondo degno di scoperta; a  ragione: per definire l'urbe quale centro del mondo, polo universale d'occidente e non solo.)
Roma è sempre stata Roma per volsci, ernici, etruschi e sabini.  Per inglesi, americani e  tedeschi.
Da "Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?"  a  "A paparazzo vie  n' po' qua!".

In una recente intervista il regista di turno della spy più famosa al mondo, ha candidamente dichiarato che  "Nel film ha fatto apparire Roma bella"..

Lui!?..Nel film!? ..Ha fatto apparire bella Roma!?..Roma, dico.. Lui l'ha fatta apparire bella?
Ma Roma assorbe tutto e tutti. Il suo culto è assoluto, i barbari devastatori diventano adepti, gli assedianti di un  tempo, diventano strenui difensori delle sue mura.

De Cataldo e Bonini aprono la porta di uno dei suoi tanti luoghi segreti. E' il ripostiglio buio di questi anni. Ne verranno altri a scoprirne di nuovi (e di vecchi).
Roma rimarrà lì, immobile, eppure brulicante di vita, di passioni, di appetiti, di desideri turpi e puri. La Suburra rimarrà il serbatoio della Roma dei consoli e dei palazzi imperiali. Le Sue storie, come la città, sono immortali.

De Cataldo e Bonini lo sanno.

"Iam primum omnium satis constat Troia capta in ceteros saevitum esse Troianos.." 
(Tito Livio - Ab Urbe Condita )