martedì 6 giugno 2017










"Missing New York", Don Winslow, Einaudi Stile Libero ,  euro  18,00


Scrivere al tempo dell'ISIS, al tempo di Trump ( e della Clinton). Scrivere al tempo della fame, della povertà, delle guerre.
Scrivere nel momento in cui molti non hanno i soldi per il cibo, i vestiti. Scrivere al tempo dei privilegi per pochi, delle pensioni e dei vitalizi per i già ricchi e del nulla per i poveri,  per chi ha lavorato una vita al cantiere o  in fabbrica o ai tavoli di un ristorante. Ha senso? E se si, di cosa si dovrebbe scrivere? Del proprio ego, forse? Come sui "social"? Il mondo è sempre stato così, ricchezza e povertà, bellezza e bruttezza, ingiustizia e speranza insieme. Consolazione magra.
Il giallo, il noir, la crime, il polar..divertimenti borghesi? Forse, o forse no. Lo spettacolo, però, deve continuare. L'uomo, anche quando bruciava Troia, costruiva teatri. Brutta bestia, l'uomo: uccide e recita poesie. Bestia strana. Veramente. E allora continuiamo..

Missing New York. 


Cambio di scene. Cambio di ambientazione. Et Volià le Don again! Siamo in giro per gli States a cercare bimbi scomparsi. Poliziesco vecchio stile ma con il linguaggio della modernità. Frank Decker esce dalla polizia e, come ne "la Promessa " dello Sciascia svizzero, insegue  un sogno di giustizia e, invece di un crimine, ne scopre due. Frank Decker o Rick Deckard? Cercare bambine o ammazzare replicanti? Gli eroi, quelli che piacciono a noi, in fondo hanno sempre quasi gli stessi nomi: Marlow che racconta la tenebra, Marlowe che cammina sul Sunset.

"Ma nella fantasia...gli eroi son tutti giovani e belli" 

E l'ingiustizia? Oh, si, quella c'è, ma basta con le locomotive, la si deve ignorare. E come si fa? Semplice  "Basta chiudere gli occhi.. è dall'altra parte della vita": citazione sbagliata (lo ammetto) di uno scrittore sbagliato (lo ammetto) : fascista a parole, morto povero ad aiutare i poveri..grande talento e follia caro Destochues, lo ammetto.

Forse a lui o a Pasolini, a Pound o a Papà Hemingway dovrei chiedere se ha ancora senso scrivere al tempo dei ghiacciai sciolti, degli animali estinti, dei fiumi inquinati, dell'aria irrespirabile e dell'uomo che continua a uccidere.
Forse..






venerdì 28 aprile 2017



Ferdinand Von Schirach, Tabù, Longanesi euro 16,40


Le prime 112 pagine di questo romanzo creano un'attesa molto coinvolgente. 
Le pagine successive ci presentano l'Avvocato Konrad Biegler ( che ho immediatamente associato al Barrister Wilfrid Robarts interpretato dal grande Charles Laughton  di Witness for the Prosecution di Billy Wilder - tratto da un lavoro di Agatha Christie - ). 
Quando appare Biegler si capisce che lui è il centro del romanzo, o almeno avrebbe dovuto esserlo. Pensieri, tic, idiosincrasie, pregiudizi: perfetto.  Assolutamente perfetto. Avrei voluto sentire le sue idee sul processo, sulla giustizia, sugli imputati per altre cento pagine, minimo. Invece..
Invece il romanzo promette di svelare cosa sia successo nella mente (già particolare per via di una sorta di percezione, non spiegata, per colori della realtà) di Sebastian Eschburg, il giorno in cui assiste a due eventi drammatici. Ma non lo fa.


La scrittura di Von Schirach è intensa, pulita, drammatica ed elegante. E questo compensa tutto.
Biegler è un personaggio da ricordare, degno del Von Schirach de "Un colpo di vento", de "I colpevoli" de "Il caso Collini".

Forse, un maggior numero di pagine, un ragionamento  sulla mente dell'imputato, uno spostamento del fulcro della storia sulla figura dell'Avvocato, avrebbero reso questo romanzo perfetto (perfeckt).
Peccato, posso dire solo che è bello (schmuck).









lunedì 6 marzo 2017








Don Winslow, "L'ora dei gentiluomini", Einaudi Stile libero, euro 19,00

Paddle Boone, paddle! Line up is not so far!

Riecco il Don in tutto il suo splendore!
San Diego, Pacific Beach,  un ragazzo rema ogni mattina verso la line up. 
Mantiene in vita il sogno del surf. Quello del profeta, K2,  Kelly Kuhio:  migliorare l'umanità scivolando sulle onde. Pace, purezza e armonia.. Aloha fratello!Bunker, Banzai, Off the wall, la Roccetta, Supertube, La Toscana, 012, Maragnone e l'Ideale o Trestles, Cottons, La Jolla Shore, Old Man's , Tourmaline e  RockPile?
Ehi Fratello, qui sul mio long Santa Marinella sembra San Diego! Anche se qui spesso è il "Kansas" e a volte il "South Dakota". 


Boone Daniels rema imperterrito.
Speculazioni immobiliari, interessi dei cartelli messicani, razzismo e localismo da quattro soldi non lo toccano, o meglio, non lo scalfiscono. Bonne Daniels ha la pelle dura,  arsa dal sole e dal sale di migliaia d'albe sull'acqua.

Paddle Boone, paddle! Line up is not so far!!

Uscendo dalla Pattuglia dell'alba, entrando nell'Ora dei gentiluomini.  Rema sulla linea d'ombra, rema e diventa uomo. 
Red Eddie, Cheerful, Sunny, Not Sunny , Petra e poi Dave the love God,  Johnny Banzai, High Tide, Hang Twelve...se li chiami sono tutti lì ad aiutarti. Non è ancora l'Ora dei Gentiluomini, Boone, ma tu non smettere di remare, mai.

Haole,  pidgin, lolo, koko, calabash, Los Ninos Locos, Santa Ana, un tacos di pesce e una birra al Sundowner...siamo con tutti con Don e Boone a San Diego.

Don "the writing God" Winslow e Boone  Daniels, Da Kine bro!






mercoledì 15 febbraio 2017





Andrea Villani, Luciano Lutring, ed Mursia euro 15,00


Hai scritto un bel libro, Villani. Due storie in parallelo. I genitori di Luciano e Luciano con la sua vita pazza, violenta e chicchettosa.
Gioelli, champagne e pistole, manco fossimo in un romanzo di Scerbanenco.
Milano, la ligera, l'Italia che si risveglia, i commendatori, le fabrichette, i danè e i banditi. Una storia violenta ma pulita. La rabbia della gioventù diventa creatività in età matura e Luciano,  il 27 marzo 1977, ottiene la grazia dal Presidente del Repubblica Giovanni Leone. 
Scrittore e pittore. Conosce spie cecoslovacche, banditi corsi e marsigliesi, ama donne bellissime e diventa padre e quando un figlio morirà per un incidente , rinuncerà a proporre richiesta di risarcimento danni allo Stato dicendo: "Lo Stato mi ha perdonato. Io perdono lo Stato" . 
Classe d'altri tempi nel sangue di questo rapinatore zigano-meneghino. Un guascone furbo e intelligente, sensibile e duro, criminale e artista.

"Caro Lutring, chi ha la libertà nel cuore non sarà mai prigioniero", gli scrive Sandro Pertini.

Due cose: Bravo Villani; riposa in pace Luciano.







domenica 22 gennaio 2017








Antonella D'Agostino, Francis Faccia d'angelo, la Milano di Turatello, ed.  Le Milieu, euro 14,90


Come Cesare. Pugnalato da chi aveva vicino. Il corpo straziato, in terra. I Re, gli imperatori, i Boss e  i proconsoli che piegano le leggi della Repubblica, muoiono così. Troppo temuti per essere affrontati in battaglia. Uccisi alle spalle, tanti contro uno. Unica via per spodestarli.
Nella sua morte la sua storia. La storia di un uomo controverso: padre tenero e criminale, generosissimo e spietato. Figlio di un'Italia povera uscita dalla guerra con le ossa rotte. Milano come era. Ligera. La mala dei furti, delle rapine e delle bische.
Vanoni e Califano cantano, nei locali fumosi dai tavoli riservati, le loro ballate metropolitane.

La rapina alla Gioielleria Colombo in via Montenapoleone ( Bergamelli e Berenguer) , quella ai Ranieri ( O. Onofri), la strage di via Moncucco, sono le moderne battaglie di questi anti-eroi criminali che impongono una nuova epica.
Lutring, Cavallero, la Banda della Magliana, Vallanzasca, Cutolo, i catanesi,  i coch, i drittari o i sumanda e, alla fine, i killer delle carceri. Fatti, gesta, nomi e racconti.

Il bandito Turatello, ex pugile, rapinatore, tenutario di bische si muove seguendo una sorta di morale  fuorilegge d'altri tempi. Francis è uno che rispetta le donne e picchia chi non lo fa.
La sua storia appassiona, le sue gesta sono leggendarie, come quelle dei suoi luogotenenti,  in  primis Carlo Argento, il Vicerè.

C'è qualcosa nell'assassinio di Francis Turatello che ancora offende. Come in quello di Cesare. Una vita come la loro poteva contemplare un esito così, si. Uomini di potere, che avevano preso decisioni dure, durissime. Però qualcosa tocca, da sempre. Fossero morti in battaglia, forse sarebbe stato meglio, ma non così. Gli hanno riservato una brutta morte e dispiace, comunque.
Barra, Bruto, Maltese, Cassio..i nomi dei congiurati, con il tempo, si confondono.

"Per primo Nasca lo colpisce con il pugnale nel collo, con un colpo non profondo né mortale"..
Plutarco, Vite Parallele, Alessandro e Cesare

giovedì 5 gennaio 2017





Antonio Manzini, "7-7-2007", ed. Sellerio, euro 14,00.


Non dirò che seguivo Manzini già prima della serie in tv. No. Non sarebbe vero. L'ho fatto per Montalbano, per Schiavone no. Per Schiavone c'è voluta la faccia di Marco Giallini per farmi prendere un romanzo della serie in mano. Marco Giallini, già Beniamino Rossini de "il Fuggiasco", film tratto dall'omonimo romanzo di Carlotto. In quel ruolo, come in tantissimi altri, fu perfetto.
Quando, poi, ho visto la sua faccia in tv, ho pensato: " ci siamo, devo leggere Manzini".

Dovessi dire cosa mi piaciuto soprattutto di questo romanzo, non saprei.
Buona scrittura, bei dialoghi, belle battute ( "..questo è il carro dei perdenti" ), ottima chiusa (" Lo sai lupa, lo sai che lasciamo noi? Una matassa ingarbugliata di capelli bianchi da spazzare via da un appartamento vuoto. Questo lasciamo.")
Nelle orecchie la stupenda musica della serie, i luoghi e i volti della serie. La faccia di quel romanaccio negli occhi.
Non riesco, sul serio. E come recensione, questa, fa più schifo di tutte le altre che ho scritto sino a ora, ma non ci posso fare nulla. E' così.Perdonatemi.Perdonami, Manzini.

A fine Maggio uscirà una mia cosa che ho iniziato quasi dieci anni fa. Molte cose, involontariamente, si assomigliano. Succede spesso. Le storie sono collegate, gli esseri umani anche.



Hai azzeccato un personaggio strepitoso, Manzini. Lunga vita a Schiavone! ( e a Seba, Furio e Brizio...e anche agli altri)