martedì 8 settembre 2015




Il Professionista , GW. C. Heinz, Giunti, euro 12,00


Tishomingo Blues, Elmore Leonard, Einaudi Stile libero, euro 14,50



"Disse arriva dritto al punto, e dà ritmo alla frase. Non c'è bisogno di usare rispose, replicò, suggerì, affermò. Nulla. Allo stesso modo ho imparato che non serve un avverbio per spiegare come un personaggio dice una certa frase. Gli avverbi sono impicci dico sempre adesso che sono diventato un'autorità nel campo. Possono distruggere il ritmo della frase, distrarre, bloccare il flusso delle parole. Un avverbio è una parola dell'autore, non del personaggio; e se il primo deve farsi da parte, lo stesso vale per le sue parole. "

 E ancora:

"Sapevo che non volevo scrivere nello stile classico dell'autore onniscente, non ne avevo la voce, il linguaggio:studiando Hemingway capii che mi stavo avvicinando allo stile che volevo sviluppare: Poi lessi il Professionista ed eccolo lì, quello stile, in ognuna delle sue pagine"

 Questo è Ellmore Leonard nella prefazione al romanzo di Heinz. "L'unico bel romanzo sulla boxe che abbia mai letto"  dirà Hemingway.  Leonard svela, a scriventi e lettori, l'uovo di Colombo. Il trucco della semplicità: lasciare che siano i personaggi, attraverso i dialoghi, a raccontare la storia, a mostrarci quando siano arrabbiati, felici, innamorati, delusi o sconfitti. 
Farsi da parte, mostrare la storia così com'è. Heinz racconta di Eddie Braun cambiato nel più americano "Brown", (origini tedesche da tenere nell'armadio) pugile, e di Doc, il suo manager.  
Eddie si prepara per combattere per il titolo mondiale. Una vita di sacrifici e privazioni, di osservazione e applicazione. 
"Il pugno in sé non è niente di speciale disse Doc." Il segreto è trarre l'altro in inganno. I pugni sono quello che sono. Tutti li conoscono. Bisogna fregare l' altro in modo che si scopra e ci vada a sbattere contro".
Il manager di Eddie incanta e ammalia per tutto il libro. Si pende dalle sue parole, si crede a quello che dice. Tutto, detto da lui, acquista forza di verità lapalissiana; assioma psicomotorio propedeutico alla vittoria. Sacchi o Zeman, se lo hanno letto, avranno applaudito. La vita, però, è dominata anche dal caso e dai tanti Trap,  suoi ambasciatori. Scritto, infatti, è che per ogni Maradona ci sarà un Gentile a bloccarlo.
L'amico Bisozzi, innamorato del pugilatus, che conosce ogni cosa, che sa dirti di ogni viso e di ogni corpo, quanti pugni abbia preso prima del gong, lo aveva detto: "Leggetelo! Leggete quelle 3/4 pagine finali, che sono il succo della Boxe."
Aveva ragione e lo ringrazio.

Ma anche il socio Lombardo ce l'aveva quando mi aveva detto sognante: " Tishomingo, Tishomingo", per perdersi, poi, nelle sue canzoni Contiane.
"Tishomingo" dove Dennis Lenahan riesce a mettere il piatto in tavola ogni giorno tuffandosi da un'altezza che fa apparire la vasca una monetina o un'aspirina o una pralina. 
Fate voi.
Con dialoghi superiori, maestrie di classe e scioltezza, Leonard, mostra l'enunciato di cui sopra e rivela, ad accademici barocchi, come si racconta una storia. 
Noi italiani, snob di nascita, figli del "classico" e del Manzoni a oltranza, da poco approdati all'intrattenimento letterario ( ma persi per sempre in ricette regionali e detective rassicuranti), ci possiamo  permettere  una coppia come Hap ( liberal, bianco e donnaiolo) e Leonard (nero, gay e conservatore) dell'altro mostro Lansdale?
No. Non ancora. 
Ancora un'altra ricetta per favore! Ancora un 'altro farmacista o spazzino o  idraulico o  commissario o  brigadiere o giardiniere o  alpinista o  escursionista, qualsiasi cosa purché rassicuri, scaldi, rilassi e coccoli noi, piccoli, spaventati, europei del sud. 
Gli americani, invece, rassicurati da altre cosucce quali la serietà del proprio Stato, della propria economia, del proprio sistema fiscale, cercano, nella letteratura, canoni meno convenzionali e  conformisti. Si possono permettere di scherzare. 
They just want to have fun! E hanno ragione!

Dennis, il tuffatore, conosce  Robert, un gangster nero. Un amante del blues, delle belle donne e delle belle macchine, che per liquidare i pericolosi concorrenti della mafia sudista, si intrufola, in giacca confederata, nella rievocazione di una battaglia della guerra di secessione.  
Nel delta del Mississippi Robert Johnson inventa il Blues con "Crossroad"; a quell' incrocio vende l'anima al diavolo? Boh, chi lo sa!
Noi, invece, italici verghiani, amanti di delitti e soffritti, a chi l'abbiamo venduta?.. allo spirito di Artusi ?
Leggete gente, leggete! 
E' così che si racconta una storia, è così che si tiene il ritmo. Mani sul banjo e piedi in terra!

"La letteratura non deve risolvere i problemi, semmai "deve" segnalarli...Consciamente o no, uno scrittore coglie i segni e intuisce i tempi che verranno." (Joe R. Lansdale, in un'intervista al magazine XL, ottobre 2005)

Paisà, capisc?



giovedì 20 agosto 2015


“Balanons aveva grinta, ci sapeva fare, quel maledetto: aveva due serpenti al posto delle braccia: non saltellava: sgusciava, scattava come un ragno, un grosso malvagio ragnaccio, non falliva mai il bersaglio. mi resi conto subito che ci voleva un grosso campione per batterlo , e che Watson poteva pigliar su il suo agnellino e tornarsene a casa.”
Charles Bukowski, Addio Watson in “Storie di ordinaria follia”
 

Bam, bam, ba-bam!

La notte è una spugna nera imbevuta di acqua calda. Le zanzare, più che volare, sembrano  nuotare nel buio; questo le rende più cattive del solito. Niente sembra fermarle. Gerani, incensi speciali, creme, tutto inutile. Ci si può solo prendere a schiaffi e grattare fino a farsi uscire il sangue. A candele accese e lampadine spente, si ha, almeno, l’illusione  di un’oscurità ristoratrice.
Alle ventitré passate, sullo schermo, compare il ring. Un’ ara pagana illuminata a giorno.
Il presentatore fa il suo dovere. Poi compare la bellissima attrice bionda. Le presentazioni in inglese. I nomi pronunciati in modo da non finire mai. Diaz contro Marsili. Valevole per il Mondiale Silver dei leggeri Wbc
Ci siamo: arriva Diaz.
 Arriva Marsili, preceduto dal musicista-regista che gli ha dedicato una canzone.
Gli inni: il belga per l’arbitro, il messicano per Diaz e Mameli per Marsili. Finiscono.
La tensione sale. Gli ultimi preparativi.
Seconds out!
La formula magica. Il punto di non ritorno.
Così per Jake La Motta vs Sugar Ray Robinson
Così per Muhammad Ali vs Joe Frazier
Così per Marvin Hagler vs Thomas Hearns
Così per Evander Holyfield vs Mike Tyson
Così per Marsili vs Diaz.
Apriti sesamo.
Inizia.
A guantoni toccati, i due pugili saltellano e si studiano. Emiliano Marsili, (32-0-1), freme, Gamaliel Diaz (38-13-3), attende. Marsili ha lo sguardo di uno per il quale non esiste niente altro nell’universo. Diaz sembra più rilassato.
Marsili saltella continuamente, con una frequenza da arresto cardiaco. Lo sguardo fisso sull’avversario, le braccia basse in un invito, i movimenti veloci. E’ un bersaglio difficile per Diaz. Il messicano, che pure è stato campione mondiale dei piuma e dovrebbe essere abituato alla velocità, prova a toccarlo ma non lo prende. Il Tizzo ha la faccia scavata da italiano antico. Magro, le braccia lunghe, scuro, così scuro da sembrare lui il messicano. E su questo viso scuro, due occhi grandi, spalancati ed elettrici. Un volto così lo potresti trovare nelle foto di settant’anni fa, una di quelle in bianco e nero, dove uomini affamati faticano tra le macerie di città straziate dalla guerra, oppure di fianco a uno dei ragazzi in divisa, mandati dal regime in Albania, in Jugoslavia, in Libia. Armi ridicole, munizioni insufficienti, poco vitto e molta fatica. Rivedo la faccia di mio zio Giuseppe in Grecia. Magro allampanato ma con il sorriso spensierato di uno che avrebbe voluto tanto assaggiare il futuro. Invece, non gli è stato possibile.

Marsili è veloce, Marsili è attento, Marsili avvicina le navi con le braccia. 

Il messicano ha il fiato corto ma un bel pugno. Deve concludere facendo male se vuole vincere.
La prima, la seconda, la terza e la quarta ripresa. Ogni quattro round di leggono i cartellini: Marsili ha due vantaggi (40-36, 39-37) e uno svantaggio (38-39)
La quinta e la sesta volano. Marsili saltella, instancabile.
Alla settima Diaz colpisce Marsili con una testata. Proteste..non più di tanto. Marsili non è tipo da chiamare aiuto. Diaz, però, si becca una penalizzazione.
Ottava ripresa, seconda testata, secondo richiamo e seconda penalizzazione per il Messicano. Marsili ha un piccolo taglio in fronte. Si leggono i cartellini: 78-72, 77-74, 78-72. Per Marsili.
Diaz si innervosisce.
Nona ripresa. La strategia di Diaz, a questo punto, è quella di accorciare le distanze e costringere Emiliano allo scontro, da vicino. Spesso ci riesce. Spesso, non sempre; uno così allenato non lo prendi.
Inizia la decima. Ultime gocce d’energia per Diaz che rincorre, scivola, si rialza, sbuffa e va a vuoto.
Marsili ha ripreso a saltellare. Ogni tanto uno scambio: veloce, potente. Bam, Bam, ba-bam. Suona il gong.
Marsili non vede nessuno, distrattamente annuisce ai consigli del maestro.
Undicesima. Diaz smanaccia, Marsili è preciso, asciutto, veloce.
Bam, bam, ba-bam .. poi vienimi a cercare
Bam, bam, ba-bam..mettimi il sale sulla coda
Diaz sembra un ubriaco sceso da una giostra
Dov’è l’italiano? Era qui un momento fa..
-Ehi ese! Bam, bam, ba-bam!
-Ehi cumpadre, estoy aquí!   Bam, bam, ba-bam!
Ma il messicano è uno tosto e quando capita restituisce colpo su colpo. Combatte senza arrendersi, senza risparmiarsi. Combatte, e combatte, e combatte.
Come un gatto nel traffico urbano, il Tizzo schizza veloce, scarta di lato, si abbassa, si protegge. Rapido, frenetico. Tanto che ti domandi ma quanto si è preparato? Quanto ha corso? Quanto ha faticato? Quanto si è sacrificato? Quante rinunce ha fatto per arrivare sin qui, con questa forma e questa grinta?
Ma non c’è più tempo. Il match è finito.
Si leggono i cartellini. Diaz ha due punti di penalizzazione.
Barrovecchio: 115-111
Huerta 116-111
Rosa 117-110.
Marsili è veloce, Marsili è attento, Marsili avvicina le navi con le braccia..e vince.

Paolo Tagliaferri                                                                Civitavecchia, 5 agosto 2015

mercoledì 12 agosto 2015






Wiplash, (USA 2014) regia di Damien Chazelle, Con M.Teller,J.K.Simmons.   

Grande storia sulla creatività, il genio e la vita. Intorno a me fanno tutti finta che il messaggio di questo film sia troppo drastico; che l'insegnamento e l'apprendimento di un' arte possano avere ritmi più rilassati. Che lo sbocciare di un artista dipenda solo dalle migliori condizioni possibili. Non lo credo. E Bukowski allora? Emarginato e messo sotto dalla vita, costretto a fare piccole commissioni in cambio di un goccetto e a prendersi a pugni con i baristi nei retro dei locali di L.A., mangiando quando capitava e vivendo in tuguri? E Fante, che scrisse "Chiedi alla polvere" nutrendosi di arance a Bunker Hill e poi scoperto da Bukowski quando ormai il diabete gli faceva a pezzi il corpo? 
"Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior".
il poeta Faber lo sapeva.
Fanno tutti finta che la creatività non nasca anche ( "anche" lo concedo, si, perché il genio può nascere "anche" in condizioni di rilassatezza e agiatezza) dalla rabbia, dalla miserie, dalla fame, dalla voglia di emergere e di farcela!
Ho amato questo film, come ho amato "Guida per riconoscere i tuoi santi" di Dito Montiel. Stessa rabbia, stessa passione, stesso coraggio.
Nel film, il maestro Terence Fletcher, interpretato dall'ottimo J.K. Simmons, dice all'allievo:  "Non esistono in qualsiasi lingua del mondo due parole più pericolose di bel lavoro". 
Giusto? Sbagliato ? Falchi o colombe? A Voi la scelta.  Questo film ha una musica strepitosa ( pezzi magici come "Caravan", "Wiplash" ecc.) e una sceneggiatura fantastica. Una scrittura in crescendo, un alzare l'asticella sempre più in alto, punti di svolta e  risoluzioni dei conflitti lasciati come mine vaganti sino al climax finale. L'attimo in cui nasce l'artista, il genio, colui che supera i confini. Stephen King, nel suo "On writing",  dice che le ostriche non fanno nascere le perle perché vanno a un seminario su come far nascere le perle. Nascono le perle perché un granello di sabbia si insinua. Contaminazione impura che crea perfezione.
Le imperfezioni della vita, i rancori, le costrizioni sono molle potenti; non le uniche, lo ammetto. Ma la vita, purtroppo, per quanto ho visto sin qui, è ("anche") uno sgomitare. Fare finta che non lo sia è pericoloso tanto 
quanto dire a qualcuno bel lavoro!
Dimenticavo.. "Bel Lavor.." No. 
 "Peccato poteva essere migliore questo film,  caro il nostro Damien Chazelle"! 
(così va bene!)

lunedì 22 giugno 2015



True detective, diretto da C.Fukunaga, scritto da N.Pizzolatto, con M.McConaughey,W.Arrelson,HBO

"Devi vederla!"
"Fantastica!"
"Un mito!"
"Non vedo l'ora che esca la seconda serie!"

Ho visto gli otto episodi della prima stagione.
Bella, non c'è che dire.
Atmosfere mefitiche da profondo sud paludoso e malarico. Redneck cattivi, motociclisti criminali, poliziotti ottusi, mogli arrabbiate, teenager tentatrici. Una coppia di detective che scopri man mano. L'introverso oscuro e l'estroverso sorridente, il debole e il forte, il retto e il vizioso.. ma chi è l'uno e chi è l'altro? 

Più interessati a scoprire chi sono che a scoprire chi è stato. Più concentrati nell'essere umano che nell'uccisore di esseri umani.Per me è qui la grandezza. La stessa, solita grandezza del viaggio dell' uomo e dell'eroe. 
Poi ci sono gli adoratori del diavolo, i cattivi, il Male, quello con la "M" maiuscola..ma questo è un pretesto.

 Del resto si sa, i mali del mondo vengono tutti dai satanisti, un po' come il traffico Benignano per la Sicilia.  In una certa visione del mondo esiste il Male e il Bene. Il Male è sempre trascendente  e mai nel mondo. Chissà.. un giorno scopriremo che anche i Kennedy, Martin Luther King, Malcom X, Olof Palme, Aldo Moro, Ken Saro-Wiwa, Anna Politkovskaja, Enrico Mattei, Abraham Lincoln, P.P.Pasolini, Giacomo Matteotti, Ettore Muti, i fratelli Rosselli, Giovanni Gentile, qualche milione di ebrei, qualche milione di Armeni, centinaia di migliaia di giapponesi nuclearizzati, i milioni di morti della prima e della seconda guerra mondiale, i desaperecidos dei golpe sudamericani, lo sterminio dei nativi americani del nord e del sud, tutti i cristiani e i musulmani delle crociate , le migliaia di donne bruciate perché "streghe", ecc. ecc....sono stati uccisi tutti dai... satanisti! Il vero unico problema del mondo!    Però sono otto episodi straordinari. 
Pizzolatto gioca con gli archetipi, sviluppa i personaggi o li fa regredire con maestria e suprema intelligenza. Affascina come Chandler e James Lee Burke. Ci introduce all'oscuro come Ellroy, snocciola sequenze d'azione come Don Winslow.
True detective è una grandissima serie, una delle più belle mai viste.
Un esercizio di genio e talento.
Uno spreco di genio e talento in cerca dei ...satanisti!
Un po' come mettere Piero Angela a fare una puntata sugli imbuti.

...Mbuti!










venerdì 29 maggio 2015



Il presidente deve morire. Come Nixon e Kissinger hanno organizzato la fine di Allende. Maurizio Chierici , ed Anordest, euro 12,90 



Tutto è già nel titolo. La storia è la stessa:quella 
raccontata dalla Verdugo, da Marambio, da  Skármeta, da Sepulveda, dalla Mayorga, da Prats,da Barbarani, da de Vergottini. Sempre uguale. La stessa vecchia, sporca storia. Quella di un popolo ritenuto bambino che, anche per una certa ottusità ideologica, non può decidere quale destino darsi, o meglio: la storia di una potenza che per non perdere i diritti di estrazione mineraria e il monopolio delle comunicazioni in un piccolo paese del cono sud del continente Latinoamericano, finanzia e incoraggia un colpo di stato che porta ad una dittatura che reggerà per lunghi diciassette anni. 
Approfondimenti sui personaggi storici, analisi sulle figure chiave. Qualche indecisione sui nomi ma è un buon testo.

La storia è sempre la stessa.

sabato 18 aprile 2015


SANTIAGO 544, Annamaria Fassio, Mondadori, euro 4,20

Trovato per sbaglio, un giorno, nella vetrina polverosa di un'edicola.

Sembra un gialletto. Non lo è. 
Una scrittura bella, seria,cattiva.Descrizioni accurate e clima storico ricostruito con perizia.

Potrebbe sembrare una storiella. Non lo è.


A cominciare dal titolo. 

E' il nome di una via? No.
E allora cos'è?
Andate a cercare ( negli atti della commissione Church o nei libri della Verdugo)  la storia dei cablogrammi inviati a Santiago prima della morte del Gen. Schneider e lo scoprirete da soli. 
O preferite cercare i nomi di spaventose sette segrete e delle patologie dei serial killer?

A seguire, dai nomi dei personaggi. 

Sembrano nomi inventati ed esotici vero? Non lo sono. Allora cosa sono?
Andate a cercare tra i partecipanti a una riunione, tenutasi, in un luogo della Virginia,  il 16 settembre 1970. Niente di segreto (V. fonti di cui sopra), tutto relativamente facile da reperire, ma a dirvelo non c'è gusto. E' bello scoprirlo da soli, se a uno va.
Se, invece, il massimo è guardare una prova di cucina in tv o appassionarsi ai bigliettini lasciati dall'assassino seriale di tranvieri pacifisti in una fredda città della Scandinavia  o in un paese assolato del mediterraneo, con cozze fresche e vino buono, allora è tutta un'altra storia: Santiago 544 sarà il nome di una qualche via ed Erik Peter Santorini il bislacco nome di un agente segreto.
"Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti ", per gli Skiantos del 1987: un LP;  per molti: una triste constatazione.

Le potenze mondiali, in ogni fase storica, gestiscono il potere. 

Gli Stati Uniti, per la loro storia democratica, per il loro sistema di controlli, per la loro onestà di fondo, mantengono traccia (seppur parziale) dei documenti storici, anche di quelli che li inchiodano alle loro responsabilità politiche.
Sono coraggiosi, Chapeau ! 
Forse, è anche per questo che, nonostante le critiche alla loro politica estera, continuo ad amare questa grande nazione.

"Mi sai dire, Michelle (....) perché gli Stati Uniti sono l'unico paese al mondo mai travolto da un colpo di stato? 

Per nostra fortuna non abbiamo un'ambasciata degli Stati Uniti"
 (Secondo Maurizio Chierici, la battuta sarebbe di Bill Clinton. 
Dico Bill  " expresidentedegliStatiUniti"  Clinton ! )

..Ora, mentre preparate un piatto di tonnarelli ( trafilati al bronzo, mi raccomando!)  alle vongole veraci, provate, se vi interessa, a  indovinare il cognome di Michelle..